lunedì 22 agosto 2011

La crisi economica è vera o percepita?

Ultimamente sto facendo un sacco di incontri interessanti.
Le persone con cui parlo mi sembrano come "risvegliate" dal sogno consumistico, a nessuno o quasi nessuno interessa più avere un SUV, una villa, un lavoro da 14 ore al giorno che frutta miliardi.
Allo stesso tempo sento alla televisione toni sempre più allarmati per quel che riguarda la crisi dei consumi, che viene descritta come un disastro economico.

Analizziamo bene la situazione :
da una parte le persone consumano di meno perché -mi sembra di capire- vogliono godersi di più la vita.
Dall'altra parte c'è la televisione che lancia allarmi di decrescita del consumo, con toni però allarmati.

Il punto fondamentale è che la televisione è posseduta dallo stesso gruppo persone che hanno interessi a far consumare prodotti che in qualche caso sono di dubbia utilità, ma che rappresentano il gizmo(oggetti da avere assolutamente per non essere "fuori") del momento.
Immagino che nei CdA dei grandi gruppi si discuta di come incrementare la fetta di mercato, ossessionati dal vedere il segno + nelle percentuali dei revenues, mancando completamente il punto che il valore sta passando dalle cose al tempo.
Non più cose ma persone.
Non è importante avere sempre l'iPhone se poi non hai più tempo per comunicare con persone che trasmettono sensazioni intense, poiché utilizzi il tuo aggeggio solo per contattare persone con cui lavori, per meeting di lavoro e farci un paio di foto quà e là. Ed è ciò che devi fare per mantenere questo o quel gizmo.
È una cosa che credo sfugga ai dirigenti dei grandi gruppi : a mio avviso la "recessione" è in realtà il movimento verso un'altra percezione di "economia" inteso come "gestione delle risorse". Semplicemente può darsi che stia cambiando la priorità, il peso che la gente da alle cose, e dunque : i pantaloni firmati non li compro più, ne ho già 15 paia.
Di telefonino ne ho già uno (che ha 8 anni), e lo uso per chiamare e mandare messaggi quando sono fuori casa, non me ne faccio nulla di più numeri.
Il mio iPod Nano di 4 anni fa viaggia alla perfezione, non me ne faccio nulla di un iPod da 250€ che ha le stesse funzioni.
Di computer ne ho 2 che uso intensamente, e sul vecchio, anziché cambiarlo, ci ho installato Ubuntu, e va come un Mac. Ho risparmiato quei 3-400€.
E così via per tutto.
Avendo sempre meno soldi a causa di 40 mentecatti che scommettono con i nostri soldi in borsa, la gente ha preso provvedimenti, risparmia sull'inutile, scoprendo che inutile in effetti erano molte cose.

Quale può essere la conseguenza di ciò?
Possono essere due a mio avviso :

La prima - demenziale secondo me => lavorare ancora più sodo per cercare di riportare i consumi a livelli alti, pre-crisi o addirittura più alti, spremersi ancora di più le meningi per cercare di capire perché i consumatori non spendono più. Finire in un tunnel dove nella nostra vita non ci sarà nient'altro che casa e lavoro, e forse nemmeno più casa visto che non potremo nemmeno permettercela, o anche se potessimo, ci rientreremmo solo per dormire, e forse il sabato e la domenica... forse.

La seconda - "economica" in senso di risorse => comprendere che in effetti non ha senso forzare la competizione per degli ammennicoli non fondamentali, rilasciare gradatamente la convenzione per cui il +€ equivale al Bene, e il -€ equivale al Male. Quale può essere la conseguenza di questo? Giro di soldi minore, prezzi più bassi perché non potendo salariare gli addetti full-time, li si salaria part-time, e questi ultimi di conseguenza avranno più tempo per dedicarsi alle attività che gli piacciono, avendo sia tempo sia denaro per farlo, perché come abbiamo detto, i prezzi si abbasserebbero e di conseguenza, anche se prendessero di meno ci sarebbero le quantità giuste per poterlo fare.

Sono le persone il punto, non i soldi! Le persone che vivono e che oggi soffrono potrebbero fare cose veramente buone per il mondo, o potrebbero fare le stesse cose che fanno oggi, ma per loro scelta, e non perché obbligati da un sistema che come prima priorità ha il fare soldi, e dopodiché vedere come fai i soldi.
Poco importa se vendi bombe, fucili, scommesse, debiti, se in una certa attività macini quattrini va bene, se poi vendi droga o giochi con i risparmi di molti in borsa, non fa nulla, alla fine tanto ti salvi.
Non è importante se per fare ciò non parli più con nessuno se non per qualcosa relativo al lavoro, o per una qualche repressione che inevitabilmente viene fuori.

Credo che molte persone si stiano rendendo conto di questo, e stiano consumando il giusto,e credo allo stesso modo che ai vertici delle aziende questo concetto stia sfuggendo, impanicandoli.

Nel prossimo periodo ci divertiremo parecchio!!! :)

sabato 20 agosto 2011

Il Buono, il Giusto, il Cattivo

Scrivo questo post perché ho letto un libro di Roberto Zacco, che parlava delle memorie di Amenophi IV, meglio noto come Akenathon, meglio noto come il "faraone eretico" perché introdusse più o meno forzatamente il culto di un dio singolo in quello che era un pantheon.

Voglio citare un tratto, secondo me profondissimo, dove il padre di Amenophi, raccontava a quest'ultimo di come egli si struggeva per cercare di prendere sempre provvedimenti giusti per il popolo, di dare benessere a tutti, e di come questo lo consumasse.

Raccontò di un sogno, dove incontrò Ra in persona.
"O grande Ra, tu puoi aiutarmi, come posso fare per donare una società sempre equa, sempre giusta, sempre felice?"
Ra era seduto su uno scrigno e risposte "Non posso aiutarti".
Padre di Amenophi : "Cosa c'è in quello scrigno su cui sei seduto?"
Ra : "Qui dentro ci sono la Giustizia, la Libertà e la Felicità".
Padre di Amenophi : "Ma allora puoi aiutarmi!".
Ra : "Ebbene no, non posso. Perché se tu fossi in grado di dispensare Giustizia, Libertà e Felicità, saresti un Dio in Terra, ed io non avrei più senso".
Il padre di Amenophi perse la testa e inveì contro Ra stesso, il quale comprendeva quanta premura egli avesse di far felice il proprio popolo, e rilanciò:
"Tuttavia posso darti quest'altra scatola" disse, e prese un piccolo contenitore di legno, che aprì.
Dal contenitore usciva una luce colorata e bellissima, delle dolci note, e la sola visione ne alleggeriva il cuore.
"Questa è la Bellezza", disse Ra "e posso donartela. Con la Bellezza gli uomini si sentono più giusti, più felici e più liberi. Ma al di fuori di questo regno divino, Giustizia, Libertà e Felicità non esistono, sono solo parole che hanno molti significati".

La conclusione che ne traggo:
Perseguendo a tutti i costi la Giustizia si ottiene la tirannia.
Perseguendo a tutti i costi la Libertà si ottiene l'isolamento.
Perseguendo a tutti i costi la Felicità si ottiene la frustrazione.

Interrogandoci su ciò che è Bello, forse possiamo in definitiva sentirci meglio, e questo è senz'altro Giusto.

Un abbraccio,
Leonardo

venerdì 19 agosto 2011

Il movimento

L'idea di movimento e cambiamento è per forza associato alla vita, mentre la staticità alla morte.

Dico questo perché penso alla natura degli atomi e della realtà stessa.
Secondo le teorie fisiche, la temperatura di una particella dipende da quanto velocemente i suoi componenti si muovono, e dunque tanto più gli elettroni si muoveranno velocemente, tanto più l'atomo sarà caldo.
La parte veramente interessante sta nelle temperature basse : a livello teorico, se una particella dovesse fermarsi, non solo arriverebbe allo ZERO ASSOLUTO e sarebbe di conseguenza freddissima, ma persino il suo volume equivarrebbe a ZERO e dunque non esisterebbe più!!!

Cesserebbe di essere, si dissolverebbe nel nulla in maniera irreversibile.

Cosa vuol dire? Che l'esistenza stessa dipende dal movimento, dal cambiamento, dal fare e dall'agire. Se qualcosa non si muove cessa di esistere, e dunque è il nulla, la fine, la morte.

Partendo da questo ne traggo un grosso stimolo per continuare a cambiare, ad esplorare, a non fermarsi nelle conoscenze del mondo, perché la voglia del nulla equivale alla morte, che, in termini umani, traduco in "male".

FATE! COSTRUITE! IMPARATE! PARLATE! ESPLORATE! VIAGGIATE!

un abbraccio sentito,
Leonardo