lunedì 12 luglio 2010

P di privacy... e di psicosi!

Apparentemente siamo in un mondo di decerebrati.
Apparentemente non possiamo resistere alla pubblicità.
Apparentemente c'è una qualche società maligna che vuole turlupinarci.
Apparentemente chi ha i nostri dati ci controlla.
Apparentemente la privacy è importante.
Apparentemente le compagnie creano i nostri bisogni.

C'è troppa apparenza a questo mondo.

Basta con la privacy.
Basta con le polemiche.
Basta con i presunti Grandi Fratelli.

Ora è sceso in campo un ministro tedesco, non bastavano i centinaia di milioni di articoli blog che accusano Facebook di utilizzare i dati personali per scopi di lucro.
Privacy privacy privacy.
Si cerca la privacy a tutti i costi. Qualcuno ha deciso che se un'azienda legge cosa ci piace è male.
E' male perché in quel caso l'azienda ci invia pubblicità di cose che potrebbero interessarci ed esserci utili, e ci guadagnerebbe sopra.

...

Aspettate un momento...! Ma se ci interessano e sono utili, allora perché dovrei impedire ad un'azienda di propormi i suoi prodotti, quando io per primo ne ricavo un qualcosa???

E al contrario, se quest'azienda mi invia pubblicità il cui contenuto è per me superfluo, semplicemente non lo compro. Stop.

Non siamo mica crostacei che si mangiano qualsiasi mollica di pane gli venga tirata!
Cominciamo invece a discernere ciò che ci serve e ciò che non ci serve.
Cominciamo a lasciar perdere le lucine belline delle pubblicità e proiettiamo nel futuro un nostro io con l'oggetto pubblicizzato. Serve veramente? Posso trarne qualche vantaggio?
Cominciamo a pensare ai NOSTRI bisogni, non tanto a quelli delle aziende che, diciamocelo, tanto oscuri non sono.
Cominciamo a sbrogliare la matassa filamentosa di apparenze di cui sopra e a guardare di più al contenuto delle cose.

Scoprirete che in effetti, da nascondere non abbiamo niente.

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